14 Jan

HDR

Il termine HDR si è molto diffuso negli ultimi anni e probabilmente c’è anche un abuso di questo termine. Wikipedia offre interessanti spunti di approfondimento per la tecnica del trattamento delle immagini.

In realtà sarebbe bene precisare che, a seconda delle interpretazioni, c’è una soglia diversa per ciascun fotografo oltre la quale si pensa all’HDR. Infatti, come qualunque fotografo sa, parte della tecnica fotografica digitale sta nella post-produzione delle immagini e l’uso dei formati RAW consente appunto di sfruttare tutte le informazioni rilevate dal sensore anche per recuperare dettagli in aree sottoesposte. Ebbene è questo il principio basilare dell’HDR e nella maggioranza dei casi, un RAW 12-bit ben esposto rappresenta una valida base HDR.

Ogni interessante scena che abbia un’ampia gamma dinamica merita di essere ripresa in HDR e per fare questo si ricorre al bracketing. Alcune fotocamere hanno la funzione HDR che consente di ottenere la fusione dinamica di 2 scatti a diversa esposizione. Purtroppo il processing in-camera non consente l’allineamento delle immagini per cui è una operazione che può risultare valida solo se la fotocamera è su un treppiede e la scena è statica. Se non si dispone di un treppiede e/o la scena è dinamica allora è necessario usare il bracketing per ottenere buoni risultati.

Le immagini opportunamente fuse tramite software appositi che consentono oltre alla fusione della gamma dinamica anche l’eliminazione del ghosting e la correzione delle aberrazioni cromatiche generano un file 16-bit: il sogno di ogni fotografo!

In realtà l’HDR finirebbe qui ma la moda creativa che dilaga che poi è il motivo dell’abuso del termine HDR porta a estendere il concetto di HDR con la mappatura tonale.

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